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Disturbo Narcisistico di Personalità o Autostima?

Spesso si tende ad usare, in maniera interscambiabile, il termine ‘narcisismo’ e il termine ‘autostima’, con accezioni che possono essere valorizzanti o dispregiative. In realtà, si tratta di due concetti che, seppure presentano molti elementi in comune, hanno connotazioni e significati differenti.

I criteri diagnostici del D.S.M. (Diagnostical and Statistical Manual for Mental Disorders) definiscono il Disturbo Narcisistico di Personalità come caratterizzato da “un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia e nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti”.
Gli individui manifestano un senso grandioso di importanza e di autostima e tendono a sopravvalutare le proprie capacità e a sottovalutare quelle altrui. Hanno fantasie di successo illimitato, amore ideale, bellezza e potere; credono di essere speciali e richiedono costante attenzione e ammirazione. Di solito, le persone con queste caratteristiche mancano di empatia, sono denigratorie e svalutanti nei confronti degli altri, presentano un’autostima fragile e reagiscono con rabbia ed aggressività quando ricevono critiche o frustrazioni. Sentimenti di vergogna, umiliazione e autocritica o, al contrario, periodi prolungati di grandiosità, si associano frequentemente a questo disturbo.

Come suggeriscono evidenze cliniche e di ricerca (e come ho potuto riscontrare nella mia attività terapeutica), l’autostima rappresenta un concetto piuttosto ampio, che certamente include quello di narcisismo ma che non si esaurisce con esso.  Il sentimento di sé, nella sua forma positiva, si riferisce ad una valutazione affettiva e globale di se stessi che oscilla a seconda delle percezioni e degli stati d’animo sperimentati. Un buon funzionamento psichico è strettamente legato ad un buon livello di base dell’autostima. In questo caso, l’individuo valuta se stesso in modo piuttosto stabile e coerente e non si lascia facilmente influenzare dalle esperienze di rifiuto, frustrazione e fallimento. Al contrario, bassi livelli di autostima incidono significativamente sull’equilibrio psico-fisico e sul grado di benessere generale del soggetto.

disturbo narcisistico di personalità

La qualità del rapporto tra il bambino e le figure curanti ha un ruolo centrale nello sviluppo di sani livelli di autostima. Se le relazioni sono positive, il bambino si considera amabile, degno di valore, apprezzabile, sicuro nel confronto con gli altri. Se, invece, le relazioni di accudimento e di cura sono prive di valore, rifiutanti e svalutanti, il bambino tenderà a percepirsi fragile, insicuro, impotente, vulnerabile e rifiutabile.

In questo quadro, si può considerare il narcisismo come una strategia di regolazione dell’autostima, che viene usata nei momenti critici e quando predominano sentimenti di inferiorità e vissuti di depressione e di inadeguatezza. Gli individui possono far fronte a tali vissuti manifestando comportamenti compensatori di grandiosità, oppure possono chiudersi al confronto con gli altri e ritirarsi dalle relazioni sociali.

Il lavoro terapeutico può fornire un’opportunità per entrare in contatto con le parti più temute, vulnerabili e fragili di sé, in un ambiente accogliente, contenitivo, rispettoso della singolarità di ciascuna persona. I comportamenti e gli atteggiamenti protettivi, scudo e difesa nei confronti di una realtà sperimentata come ostile, possono gradualmente lasciare spazio ad una visione di sé e degli altri più positiva e propositiva. L’ascolto attento e non giudicante del terapeuta, facilitando e potenziando lo sviluppo di relazioni autentiche e costruttive, sostiene dunque l’individuo nel suo processo di crescita e agevola una maggiore libertà di espressione di sé e una crescente apertura al mondo esterno.

Se vuoi porre una domanda in merito al disturbo narcisistico di personalità, lascia un commento sotto questo articolo.
I nostri psicoterapeuti ti risponderanno al più presto!

 

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