depressione cause e cura

Depressione: cos'è, cause e cura

Nel linguaggio comune il termine depressione definisce il sentimento del “sentirsi giù” che tutti noi sperimentiamo di tanto in tanto anche senza motivi apparenti e che fa parte delle normali oscillazioni dell’umore.

Cos’è la depressione

La sindrome depressiva può avere origine da eventi dolorosi o traumatici ma, a differenza delle depressioni reattive, l’evento impatta su una struttura di personalità più fragile e quindi più predisposta a sviluppare una forma depressiva clinicamente significativa; la sindrome depressiva non si risolve spontaneamente ma richiede l’intervento di uno specialista.

Le depressioni reattive, invece, sono simili per sintomatologia alla depressione, ma si differenziano da questa per il fatto di essere conseguenti ad un evento di vita particolarmente stressante o doloroso (la perdita di una persona cara, separazione o divorzio, licenziamento, trasloco etc.) e che tendono a risolversi spontaneamente in un arco di tempo adeguato ad elaborare l’evento stressante o traumatico.

Ci sono varie tipologie di depressione: depressione nei bambini, depressione in adolescenza, depressione in gravidanza, depressione post partum

 

I sintomi della Depressione

La depressione diventa malattia quando finisce per occupare in modo pervasivo la vita psichica dell’individuo determinando importanti limitazioni, impedimenti o significative alterazioni a livello relazionale, lavorativo e sociale.

La depressione cause e curadepressione consiste in uno stato di sofferenza soggettiva che comporta:

  • sintomi emotivo-affettivi: umore depresso, sentimenti di impotenza e disperazione, colpa, senso di inutilità indegnità e inferiorità, vergogna, perdita di interesse o piacere per tutte, o quasi, tutte le attività della vita quotidiana, lavorativa e di relazione;
  • sintomi cognitivi: ridotta capacità di pensare o concentrarsi, una visione negativa del mondo e della vita, pensieri negativi su di sé, aspettative negative sul futuro, idee suicidarie
  • rallentamento psicomotorio
  • sintomi neurovegetativi: insonnia o ipersonnia (eccesso di sonno) e riduzione dell’appetito
  • sintomi fisici: dolori, alterazione del peso ponderale, astenia, disturbi gastrointestinali, affaticabilità o mancanza di energia.

Le cause della depressione

A differenza della depressione reattiva (di cui abbiamo parlato sopra), le cause della depressione maggiore sono da ricercare, non tanto negli eventi esterni che hanno scatenato la patologia, quanto nella struttura di personalità dell’individuo.

Nella sua forma più basilare l’affetto depressivo corrisponde ad un vissuto di impotenza ossia all’essere inermi e disperati di fronte ad una situazione che si è verificata e che non si può cambiare (Bibring, 1953); un fatto compiuto e sentito come irrevocabile che ha introdotto un cambiamento negativo della propria condizione psicologica.

L’evento “chiave” che può innescare l’evento depressivo è la perdita, la perdita di qualcuno o qualcosa che si ritiene necessario per il mantenimento del benessere psichico del soggetto. Allo stesso tempo questo cambiamento si caratterizza anche come un venir meno della stabilità interiore e del sentimento del proprio valore e della propria capacità, ne consegue che il soggetto si sente svuotato. L’affetto depressivo implica quindi sempre un calo dell’autostima e un impoverimento del sé.

Ma perché l’autostima sia compromessa e si scateni così l’affetto depressivo è necessaria anche la presenza di altri fattori.

Bleichmar (1997), riprendendo Freud (1926), evidenzia come, oltre alla perdita, debba sussistere anche la mancata accettazione della perdita stessa e il permanere del desiderio nei confronti dell’oggetto perduto, desiderio destinato a rimanere insoddisfatto.

Oltre alla mancata accettazione della perdita dell’oggetto, si ritrova, in tutte le forme di depressione, la presenza dell’aggressività, un’aggressività diretta contro sé stessi sia pur con rilievi e significati diversi.

La cura

I trattamenti terapeutici possono fare capo a diversi orientamenti: psicoanalisi, psicoterapia psicodinamica, terapia cognitivo-comportamentale, terapia farmacologica.

Nonostante ci sia una notevole diffusione della terapia cognitivo-comportamentale come approccio privilegiato nel trattare questo tipo di disturbo, da studi recenti effettuati su campioni di soggetti depressi (si tratta di uno studio realizzato in collaborazione fra quattro università tedesche che pone a confronto con follow-up di tre anni la terapia cognitivo comportamentale con la terapia psicodinamica e psicoanalitica in pazienti depressi) è emerso che questo tipo di terapia, pur fornendo un efficace sostegno nel breve periodo, non garantisce l’assenza di recidive nel lungo periodo.

Dagli studi citati infatti la psicoanalisi risulta significativamente più efficace della terapia cognitivo comportamentale (a tre anni dal termine del trattamento) sia sui sintomi – depressivi e generali – sia sul funzionamento interpersonale che sul miglioramento dello schema di sé.

La psicoterapia psicodinamica risulta significativamente superiore alla terapia cognitivo-comportamentale solo nell’ambito del funzionamento interpersonale.

Bibliografia e Sitografia

Bibring E (1953), Il meccanismo della depressione. In: Il significato della disperazione (a.c. di W. Gaylin) Ed. Astrolabio, Roma 1973

Bleichmar H B (1997), Psicoterapia Psicoanalitica, Ed. Astrolabio, Roma 2008

Freud S (1926), Inibizione sintomo e angoscia. In: O.S.F. vol. X, Boringhieri, Torino 1978

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