depressione reattiva

Aiuto! Dicono che Ho una Depressione Reattiva: Che Fare?

La depressione reattiva, a differenze della depressione è lo sviluppo di una reazione depressiva in risposta ad un evento che viene soggettivamente vissuto come una perdita. Non è detto che l’evento sia di per sé negativo: potrebbe trattarsi, ad esempio, anche di una promozione sul lavoro. Negativo o positivo che sia, l’evento finisce per evocare un insieme di pensieri, ricordi e sentimenti che portano a viverlo come una perdita.

Tuttavia, nel tempo si è visto che parlare di depressione reattiva non è preciso!

Vivere con la Depressione Reattiva

Purtroppo una reazione depressiva comporta di per sé, quasi invariabilmente, intensi sentimenti di colpa o di vergogna. Ci si ripete ad esempio che il proprio stato d’animo triste e negativo è la giusta conseguenza di tutto quanto si è fatto o non si è fatto nella vita; oppure che il proprio umore triste o arrabbiato è qualcosa di profondamente sbagliato, inadeguato e che pertanto deve essere nascosto il più possibile. Ovviamente sono pensieri solo apparentemente lucidi e razionali, che tradiscono la loro irrazionalità proprio perché non vogliono sentire alcuna ragione alternativa; questi pensieri sono in parte espressione della stessa malattia depressiva ed in parte fattori che contribuiscono a mantenerla e addirittura ad esacerbarla. Difatti i sentimenti di colpa e di vergogna allontanano dalla possibilità di sentirsi in grado o in diritto di chiedere aiuto. Insomma è fondamentale, come primo passo ai fini della cura e della comprensione di sé, distinguere i diversi significati cui può rimandare.

Come distinguere le manifestazioni depressive

È molto importante distinguere il tipo e la gravità delle manifestazioni depressive. Ad esempio bisogna notare se la depressione si configura come una reazione giustificata da un evento di vita effettivamente drammatico (come ad esempio un lutto) o se piuttosto sembra essere un modo abituale con cui si risponde allo stress; o ancora bisogna verificare se è intervenuto uno scompenso neurobiologico per cui diviene necessario il ricorso a psicofarmaci per prevenire ricadute con esiti anche drammatici. Chiedersi se e di che tipo di depressione si tratta deve essere fatto con un’accortezza precisa: i sentimenti depressivi proprio perché universali e diffusi sono fortemente a rischio di venire trascurati, sottovalutati o confusi con la giusta reazione a qualcosa che dentro o fuori di sé è andato storto…non è affatto così! La depressione, se trascurata, può condurre a stati di intensa sofferenza soggettiva che comportano conseguenze molto gravi, in alcuni casi letali. Va quindi presa sul serio come si prenderebbe sul serio una qualsiasi altra malattia organica o direttamente visibile!

Ecco un breve e rapido elenco per orientarsi tra le diverse manifestazioni della depressione:

Scompenso Depressivo

A prescindere se la manifestazione depressiva è riferibile o meno ad un evento di vita contingente, individuabile ed oggettivamente doloroso, il primo passo è capire se si è di fronte ad una depressione vera e propria per cui diviene indispensabile il ricorso o il sostegno di una cura psicofarmacologica. In questi casi, infatti, si verifica uno scompenso neurobiologico; la depressione ha cioè modificato le modalità di funzionamento del cervello. Lo scompenso neurobiologico favorisce le ricadute depressive ed indebolisce fino a rendere vani gli interventi psicoterapici se non sono accompagnati dal supporto farmacologico.

Stile di Personalità Depressivo

Per stile di personalità si intende il modo abituale che la persona ha sviluppato nel tempo di percepire, sentire, pensare ed adattarsi al mondo.  Gli psicologi hanno nel tempo studiato, osservato e classificato diversi stili di personalità che, anche se un po’ riduttivi della soggettività di ciascuno, hanno comunque il pregio di individuare dei modi di funzionamento che ricorrono tra le persone. In questo caso non si tratta necessariamente di un disturbo, ma di un modo particolare di funzionare sia ad un livello normale che patologico. Ad esempio, chi ha uno stile depressivo tende a difendersi da idee o stati d’animo disturbanti (come la rabbia, la paura o anche lo stress o la stanchezza fisica) facendo ricorso a sentimenti di tristezza. Chi ha questo funzionamento può sviluppare con maggiore probabilità un disturbo depressivo, ma può anche chiedere aiuto solo e soltanto per il suo modo di funzionare, che risulta deleterio: avrà infatti maggiore tendenza a reagire con tristezza alle difficoltà. L’aspetto positivo sta nel fatto che un soggetto che non ha sviluppato depressione vera e propria ma ha solo uno stile di personalità depressivo potrà evitare gli psicofarmaci e ricorrere alla sola psicoterapia.

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depressione reattiva

Disturbo di adattamento con umore depresso

In assenza di un vero e proprio disturbo depressivo (scompenso depressivo) o di un modo abituale depressivo di reagire agli eventi di vita (stile di personalità depressivo), vi può essere lo sviluppo di un umore depresso causato da un evento di vita particolarmente stressante . In questo caso è particolarmente utile ed interessante ricorrere ad un approfondimento introspettivo. Può essere una buona occasione di crescita personale cogliere l’aspetto soggettivo che ha condotto a delle manifestazioni depressive. Tuttavia se tale reazione non viene affrontata e superata in un tempo definito si rischia di incorrere in uno scompenso depressivo. I manuali di psichiatria quantificano questo tempo tra i tre e i sei mesi dalla fine di un evento stressante.

Lutto

La perdita di una persona cara comporta delle reazioni molto simili agli stati depressivi. Quando si è in presenza di un lutto di solito si evita di fare diagnosi di depressione. Ci sono tuttavia delle differenze importanti:

  • in alcuni casi la persona ha un modo di reagire ad un lutto sostanzialmente “normale”, non patologico
  • talvolta, invece, la persona reagisce in modo più problematico del normale, il che comporta il rischio che si possa sviluppare una vera e propria depressione

Oltre ad aspetti quantitativi (intensità e durata degli affetti tipicamente connessi a un lutto) vi sono aspetti qualitativi legati al tipo di sentimenti e pensieri che tipicamente differenziano un lutto normale da uno patologico. L’aspetto differenziale qualitativo, per primo evidenziato da Freud, è un tipico sentimento di impoverimento nel senso di sé.

Mentre nel lutto normale la persona avverte che il mondo esterno si è impoverito a causa della scomparsa della persona cara, nel lutto a rischio di sviluppo patologico la persona avverte che è la sua stessa persona, il suo sé, ad essersi impoverito e questo a causa di una pregressa identificazione con la persona scomparsa. Questo conduce alle diverse e tipiche manifestazioni di depressione quali perdita dell’autostima, sentimenti di colpa o di rabbia diretti verso di sé o sentimenti di inutilità.

Se hai il dubbio che tu o una persona a te cara sia vittima o a rischio di depressione reattiva, richiedi una consulenza psicologica al fine di individuare il problema e l’eventuale terapia.

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