ragazzo che gioca d'azzardo

Gioco d’azzardo patologico: focus sul problema

Il GAP (gioco d’azzardo patologico) è un disturbo psicologico che consiste nel bisogno incontrollabile di giocare d’azzardo. Chi ne è vittima, sebbene sia razionalmente conscio dei danni che questa attività può arrecare, non ha la capacità di autoregolarsi o fermarsi. Questa condizione finisce gradualmente per compromettere la vita dell’individuo, sotto il profilo lavorativo, familiare e relazionale. Dal punto di vista neurologico il gioco d’azzardo patologico può essere assimilabile alle dipendenze da alcol o sostanze stupefacenti. Spesso è difficile accorgersi del problema tuttavia la diagnosi precoce è fondamentale per il buon esito di una terapia riabilitativa.

Gioco d’azzardo patologico cause, fattori di rischio e segnali rivelatori

Il gioco d’azzardo patologico può derivare da componenti genetiche, psicologiche o ambientali. Esistono inoltre fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare una ludopatia: disturbi della personalità, ansia, depressione, altre dipendenze (alcolismo, tossicodipendenza), deficit dell’attenzione e iperattività. Anche l’età e il sesso sono elementi rilevanti in quanto l’incidenza è maggiore tra i soggetti maschi tra i 20 e i 50 anni. Riconoscere un giocatore compulsivo non è semplice ma esistono sintomi caratteristici a cui prestare attenzione:

• Cambiamenti nel comportamento del soggetto
• Nervosismo frequente e irritabilità quando viene interrotto o ridotto il tempo dedicato al gioco
• Pensieri ossessivi che invadono ogni momento della giornata, inficiando impegni professionali, affetti e interessi
• Incapacità di dominare la voglia di giocare
• Repentini cambi di umore, dallo stato depressivo a quello euforico
• Percezione di astinenza quando non si gioca

Gioco d’azzardo patologico conseguenze

Gli effetti diretti e indiretti delle ludopatie vanno a intaccare più livelli della vita di un individuo. Una delle conseguenze più frequenti è il ricorso alla menzogna e al furto pur di ottenere denaro da impiegare nel gioco. Il soggetto percorre ogni possibile strada, legale o illegale, per farsi prestare i soldi necessari ad alimentare la propria dipendenza, in una vera e propria spirale autodistruttiva.

Gioco d’azzardo patologico e Internet

La diffusione delle scommesse online ha sconvolto le regole del gioco d’azzardo tradizionale. In passato il giocatore era confinato a particolari luoghi e contesti reputati a questo tipo di attività. Oggi chiunque possegga un computer e una carta di credito può scommettere dovunque e quando vuole. Non esiste più ormai la funzione sociale del gioco o tanto meno un parziale effetto inibitorio da parte degli giudizio degli altri. Il pericolo maggiore sta proprio nell’aver trasformato quella che era un’esperienza da condividere in gruppo in un’abitudine solitaria, con la possibilità di giocare 24 ore su 24. Questa caratteristica tipica del mondo virtuale favorisce ulteriormente lo sviluppo di compulsioni e le rende molto più difficili da gestire.

Differenza tra gioco d’azzardo sociale e gioco d’azzardo patologico

Di per sé l’attività di gioco non è dannosa, esistono infatti moltissime persone che vi si dedicano semplicemente come forma di svago e divertimento. In questo caso si parla di gioco d’azzardo sociale, in quanto i soggetti possono smettere quando lo desiderano, non sviluppano accanimento morboso, non giocano mai più di quello che hanno stabilito. Il gioco d’azzardo diventa patologico quando l’individuo sente la necessità di dedicarvisi sempre più spesso, spedendo cifre ogni volta maggiori, indipendentemente da quanto possa realmente permettersi e senza riuscire a controllarsi.

Gioco d’azzardo patologico e giovani

Il gioco d’azzardo, nelle sue varie forme, cresce con proporzioni preoccupanti nella popolazione giovanile. Le ragioni sono la facilità con cui si può entrare in contatto con questo mondo e la precocità delle esperienze. I giovani sono più inclini a sviluppare una dipendenza perché non ancora totalmente maturi e consapevoli. Essi inoltre hanno una naturale tendenza a imitare gli adulti, a sfidare l’autorità e sono attratti da ciò che provoca eccitazione. L’adolescenza in particolare è una fase border perché i ragazzi sono ancora pregni di convinzioni infantili, attirati dall’idea del successo senza fatica e della vincita facile.

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