Ansia da prestazione sessuale: cos'è, effetti, soluzioni
Molto spesso si sente parlare di ansia legata alla prestazione sessuale, una definizione usata genericamente ma che spesso può risultare fuorviante, per questo motivo in questa sede proveremo a fare chiarezza e ad esporre le possibili cause legate a questa specifica problematica.
Per ansia da prestazione sessuale intendiamo tutte quelle difficoltà di ordine psicologico che si traducono su un piano puramente fisico al momento dell’atto sessuale e il disturbo dell’erezione ne è il sintomo più comune.
È chiaro che il disturbo erettile può avere diverse origini: determinato da una condizione medica generale, indotto dall’uso/abuso di sostanze oppure può avere un fondamento psicologico. Una volta accertato il fatto che il disturbo di cui si soffre non ricade nelle prime due casistiche ci si può occupare delle motivazioni psicologiche che scatenano questo tipo di disturbi.
Ansia da prestazione sessuale e cause dell’impotenza
Helen Kaplan, sessuologa statunitense, identifica nell’eziologia dell’impotenza fattori specifici, che operano nel qui ed ora e fattori più profondi che hanno a che fare con la storia meno recente del soggetto:
1. Paura dell’insuccesso
La paura dell’insuccesso consiste nel timore di non riuscire ad avere un’erezione; può essere dovuta a precedenti esperienze negative: una volta accaduto un episodio di impotenza questo meccanismo si ripropone nelle esperienze sessuali successive. Il soggetto sente poca fiducia nella propria sessualità anche se in genere non è compromessa la fiducia in altre sue capacità. Spesso la paura dell’insuccesso è legata ad altri timori, come quello di essere abbandonato (Kaplan, 1974) o ad altre fantasie, come quella di non essere amato dalla partner o di non essere amato a sufficienza. Del resto anche considerare la sessualità come una prestazione che viene giudicata dalla partner scatena delle dinamiche profonde legate alle primitive paure di abbandono.
2. Richiesta di prestazioni sessuali troppo esigenti
La richiesta di prestazioni sessuali che il soggetto sente come troppo esigenti può determinare queste risposte di impotenza che si protraggono nel tempo soprattutto quando si instaura fra i partner un meccanismo relazionale circolare in cui la donna si sente rifiutata dal sintomo del partner e quindi lo colpevolizza ed esibisce un comportamento di richiesta sessuale, che a sua volta inibisce maggiormente la risposta dell’uomo. La maggior parte delle fantasie inibitorie maschili riguardano proprio situazioni di esame nelle quali la partner è vissuta come giudicante le prestazioni sessuali.
3. Mancanza di coinvolgimento o eccessivo coinvolgimento
La mancanza di coinvolgimento può considerarsi una causa di impotenza spesso legata a situazioni particolari e consiste nel cercare di avere un comportamento sessuale nelle quali manca un coinvolgimento erotico spontaneo. Al contrario, l’eccessivo coinvolgimento emotivo può provocare, aumentando lo stress, disfunzioni erettili. È il caso di uomini abituati a vivere la sessualità in modo scisso dalla propria vita affettiva per cui il desiderio sessuale e la funzionalità erettiva sono incompatibili con sentimenti di amore e di tenerezza.
4. Stress
Lo stress inteso come funzione concomitante fisiologica di tutti i fattori sopra descritti, ma può anche costituire un motivo autonomo di fenomeno di impotenza: le situazioni stressanti e ansiogene, di qualsiasi tipo, sono incompatibili con l’instaurarsi dei riflessi fisiologici che producono l’erezione.
5. Mancanza di familiarità o eccessiva familiarità
Mancanza di familiarità/eccessiva familiarità. La mancanza di familiarità può costituire, a volte, un potente mezzo di rinforzo per l’impotenza. Succede spesso che fenomeni isolati di disturbo dell’erezione, dovuto ai fattori più svariati, diventino cronici proprio per l’impossibilità ad avere un colloquio sincero fra partner. Anche una situazione opposta a questa può causare difficoltà erettive; è il caso di uomini sposati da tempo che hanno perso interesse per la partner e che, quando provano ad avere rapporti sessuali, sperimentano come difficoltà erettili quelle che in realtà sono meglio classificabili come disturbi del desiderio.
In realtà tutti i fattori sopra elencati possono ridursi al fatto che l’uomo, una volta in preda ad un dubbio qualsiasi sulle proprie capacità di funzionamento sessuale, può essere sopraffatto dall’ansia circa la possibilità di rapporti futuri, che perciò stesso sono prevedibilmente destinati all’insuccesso.
Non possiamo trascurare inoltre di prendere in considerazione anche fattori inconsci più legati a problematiche psicologiche profonde, delle quali l’impotenza costituisce il sintomo più evidente. Così sono identificati, come possibili correlati inconsci dell’impotenza, il senso di colpa, il rifiuto della partner o delle donne in genere, la paura di essere rifiutato, la paura di danneggiare sé stessi o la partner, ambivalenza nei confronti della sessualità e conflitti edipici non risolti.
Trattamento dell’ansia da prestazione sessuale
Nel nostro modello, partiamo dal principio che la scoperta e la comprensione delle motivazioni inconsce sono elementi indispensabili per il superamento dei sintomi coinvolgendo l’intera personalità del paziente. Il lungo lavoro di ricostruzione della storia del soggetto, condotta all’interno di un rapporto significativo e così particolare come quello che si instaura fra terapeuta e paziente, permette di prendere in considerazione un’enorme quantità di dati che fanno riferimento non solo agli avvenimenti realmente accaduti, ma si arricchiscono dei vissuti, dei sogni, delle reticenze e dei lapsus in una complessa cornice interpretativa volta a dare un senso al sintomo.
Bibliografia:
- Simonelli C (2002), Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali. Franco Angeli Ed.
- Kaplan H S (1974), Le nuove terapie sessuali. Bompiani Milano 1976
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